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Scrivere nel Parco

 

Metti una data, ad esempio il 3 luglio. Metti un luogo, un parco pubblico di sabato mattina. Aggiungi il silenzio interrotto solo dal fruscio delle foglie di un pioppo e dalle penne che corrono sui quaderni.

Così ci siamo riTrovate a scrivere. A riCercare un contatto con le nostre parole, così ci bagnamo di emozioni, avviciniamo piccoli aneddoti. Come frammenti poetici su interni a lungo rimasti nella sospensione di un tempo quasi senza tempo!

Tra tronchi possenti, disteso assieme al telo anche il tempo che sembra riprendere il suo ritmo, il suo corso nell’impugnatura della mano fremente.

L’emozione di rivedersi e finalmente di potersi guardare senza schermi virtuali sembra costituire il cuore di questo incontro.

La scrittura sa essere rivelatrice di immagini del passato, manifesta il suo potere di darsi. A patto che chi scriva sia pronto a seguirla. Come a togliersi di dosso abiti usuali.

Scriviamo parole immerse nella natura e abbracciate dal silenzio.

Ascoltiamo, qualche resistenza sembra frenare, ma appare sempre un momento in cui ci si abbandona.

 

Alcuni dicono che
quando è detta
la parola muore.
Io dico invece che
proprio quel giorno
comincia a vivere.
Emily Dickinson

Scrivere in gruppo è esperienza di rispecchiamento; le storie che ciascuna legge diventano “humus”, nutrimento che alimenta nuovi sguardi. E forse anche l’ascolto è complice!

Le parole poetiche di E. Dickinson sembrano risvegliare in ciascuna di noi una Parola. Ora sembra come nuova al termine di questa mattinata. Disposta sul filo dell’emozione, dentro le storie che abbiamo condiviso.

Le portiamo con noi verso casa. Nella gratitudine e nell’attesa dei prossimi incontri.