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Breve storia della scrittura

La storia della scrittura è fondamentalmente legata alla comunicazione umana. Essa nasce come storia volta a trasmettere memorie collettive.

La scrittura nacque in Mesopotamia circa 5000 anni fa con i Sumeri, che inventarono l’alfabeto cuneiforme. I primi sistemi di scrittura erano composti da ideogrammi, ossia segni che rappresentavano oggetti o concetti.

Il grande passaggio nella storia della scrittura è segnato dal sistema ideografico a quello fonetico, quando cioè i segni cominciarono a rappresentare suoni.

E’ di rilievo evidenziare il passaggio, (della scrittura), dalla preistoria alla storia; ha permesso ai popoli di lasciare una traccia, un segno delle proprie azioni e delle proprie tradizioni. La scrittura da semplice incisione, graffio sulla pietra nell’era preistorica, quale testimonianza visiva e tangibile della presenza dell’uomo, diventa via via sempre più “astratta”. Passa dalla rappresentazione di oggetti e di idee all’altra creazione dell’uomo: l’alfabeto.

Con la combinazione dell’alfabeto si giunge alla creazione della parola.

La storia della scrittura non ha mostrato soltanto una conquista tecnica da parte dell’umanità, ma ha messo in luce come ha modificato il modo di pensare e il nostro cervello, come spiega il filosofo e antropologo americano, Walter Ong, in un suo testo, “Oralità e scrittura”.

“Senza la scrittura le parole non hanno presenza visiva, possono solo essere recuperate, ricordate”

 A differenza del linguaggio parlato, la scrittura è un processo tecnologico, un modo fondamentale di comunicare e il mezzo più efficace per conservare e trasmettere la memoria storica.

Importanza di scrivere a mano

Quando scegliamo una penna o una matita per scrivere una lettera, un pensiero o anche solo la lista della spesa,

il modo in cui lo stiamo facendo dice di noi.

Dare un segno grafico con questi strumenti costituisce traccia di sé, che ha inizio già dalla scelta della penna e della carta.  Il tratto, quell’insieme di linee e di segni a cui diamo forma, costituisce patrimonio linguistico per esprimere e comunicare attraverso la scrittura.

L’uso della tecnologia dilaga nel modo di comunicare, entra nel modo di relazionare/ci; la scelta sempre più direzionata verso l’utilizzo quotidiano di smartphone, tablet, PC alimenta modalità comunicative che rispondono a velocità, funzionalità, efficienza.

Dovrebbero essere conservate le buone abitudini allo scrivere a mano che, tra i suoi tanti benefici, aiuta la formazione del pensiero e ne favorisce lo sviluppo. L’atto dello scrivere a mano favorisce l’attivazione di processi di comprensione e di conoscenza, nonché di allenamento della memoria personale.

Creiamo comunicazione con un semplice gesto motorio che coinvolge ogni parte del corpo, mente, cuore, mano.  L’azione corporea vissuta nella pratica quotidiana genera una diversa attenzione, porta cambiamenti nel sistema percettivo, perché proprio attraverso lo scrivere a mano generiamo consapevolezza.

Cosa accade quando scrivo a mano?

Prendiamo coscienza dei pensieri, portiamo alla luce sentimenti, emozioni a volte offuscati. Questo succede in un processo attivato dalla lentezza dei movimenti che scrivere a mano comporta.

Rallentare consente di fermarsi per dare luce

E’ nella lentezza che riusciamo a guardarci dentro e possiamo esercitare consapevolezza. Mentre scriviamo siamo coinvolti in un movimento fisico, oculo-motorio che agisce a livello nervoso e sensoriale.

C’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.

Milan KunderaLa lentezza

Da alcuni studi e ricerche fatti presso l’Università di Pavia è stato evidenziato come sia vitale nel processo della memoria, ad esempio, scrivere a mano, perché il movimento dell’occhio che segue la punta della penna facilita il riemergere dei ricordi. Diversamente accade attraverso l’utilizzo di una tastiera; in questo caso l’occhio non segue la mano che digita, ma è richiamato da altro.

Benefici e relazione con lo scrivere di sè

La carta e la penna sembrano essere diventati ormai desueti, lontani dalla nostra quotidianità; eppure, scrivere a mano non è solo un momento di pausa per sé stessi, ma rivela molti benefici inaspettati a chi ne fa pratica.

  • La memoria, allenata dal gesto e dalla postura, viene potenziata. Migliora la capacità di ricordare.
  • Si attiva un processo di chiarificazione interiore. Scrivere consente di dare chiarezza ai nostri vissuti.
  • Atto liberatorio, perché scrivere e deporre sul foglio le nostre emozioni aiuta a prenderne distanza.
  • Sviluppiamo creatività e apprendimento.

“[…] Finché si è scritto con la penna, le tracce di ciò che passava nella mente […] si sono potute depositare”

Francesca BiasettonLa bellezza del segno. Elogio della scrittura a mano.

Scrivere a mano è praticare la conoscenza di sé stessi in una dimensione di ascolto e di silenzio. La penna con la nostra postura alla scrivania o all’aperto su di un prato, ad esempio, aiutano a creare radicamento. Come avere una “bacchetta da rabdomante” che mette in contatto ogni parte di noi stessi, in un flusso di memoria, interiorità, emozioni via via sempre più generoso.

Nel mio corso di scrittura e autobiografia,  puoi conoscere e sperimentare la scrittura a mano, i benefici che offre e come la scrittura stessa si riveli strumento di consapevolezza verso di sé. Con la pratica ed il metodo autobiografico, (LUA, Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari),  puoi intraprendere un viaggio nella scrittura della tua storia.

Scrivere di sé è movimento di fisicità e di terra, è sporcarsi le mani. E quali mezzi più consoni di una penna o di una matita, insieme ad un quaderno, un block-notes dove aprirsi alle parole?

Per …

  • Conoscersi meglio.
  • Attivare punti di vista e cambiare la prospettiva.
  • Ricercare e coltivare bellezza.
  • Attivare consapevolezza.
  • Ritrovare stabilità e centratura.
  • Riconoscere appartenenza ed umanità.

Come creare abitudini a scrivere?

Le abitudini fanno parte del modo di vivere, di comportarsi e rientrano negli atteggiamenti mentali. Diventano come rituali del nostro stile di vita e del quotidiano. E’ necessario coltivarle, nutrirle e … cambiarle quando ci accorgiamo che non fanno più parte delle nostre routine o del nostro pensare.

Per coltivarle occorre costanza e perseveranza perché si possano cogliere benefici dalle nostre azioni, scelte e ripetute.

Creare una buona abitudine a scrivere potrebbe contemplare qualche piccolo rituale soprattutto nella fase iniziale. Potresti concentrarti su alcuni punti come questi:

Il tuo posto

Scegli un posto, un angolo di casa o di qualunque altro luogo in cui tu possa avere calma e silenzio intorno, perché

scrivere richiede silenzio

Se leggi la mia rubrica, TACCUINI, Semina Storie,   trovi al termine di ogni articolo brevi suggerimenti sulla scelta accurata di un posto nel quale accomodarsi dove poter accogliere la scrittura!

Quando crei il tuo angolo personale, prova a metterti in ascolto dello spazio interiore in te e lascia fluire la corrente di parole sul foglio.

Quali piccoli rituali per il tuo angolo?

Crea un’atmosfera di silenzio con la fiamma di una candela

Scegli una pianta che puoi mettere sulla scrivania o accanto alla sedia.

Sbarazzati di ogni distrazione, spegni il tuo cellulare, la TV e quant’altro

Scrivi all’aperto dove vuoi.  Forse c’è un posto verde o forse è su quel muretto?!

Il luogo o lo spazio che scegliamo contribuiscono al movimento della scrittura che risente delle percezioni che riceviamo, consapevoli o meno. Può ad esempio facilitare il flusso delle parole, il contatto con il nostro sentire, può consentire l’apertura ad un ascolto più attento e consapevole.

Fondamentalmente penso che qualunque angolo, luogo, spazio che sia dentro o fuori casa possa andare bene. L’importante è aver voglia di sperimentare e di mettersi in gioco.

Quando scrivere?
Cosa cominciare a scrivere?

Una volta che hai trovato il posto tranquillo dove accomodarti con la penna e un quaderno, nel silenzio e finalmente da solo, disponiti adesso per l’ultimo passaggio:

ESPLORA TE STESSO

Ecco un assaggio d’esercizio …

Immagina un flusso d’acqua che scorre costante, mentre comincia a fuoriuscire attraverso piccole fessure …Prenditi qualche istante e poi scrivi subito.

Le parole non arrivano? Dubito! Appare invece una scena nella tua mente, un colore, una sensazione del momento o un ricordo lontano?

Qualunque sia, lascia fluire la tua scrittura!

Non esiste un tempo migliore o più adeguato di un altro. Non esiste l’ora perfetta! C’è solo il momento che tu scegli, nel quale vuoi dedicarti tempo scrivendo, e può essere in qualunque istante della giornata o della notte.

All’inizio un po’ di sana disciplina non guasta con un piccolo atto di volontà per attivare quell’abitudine a scrivere. Ma se diventi costante,

ENTRI IN CONTATTO CON LA TUA SCRITTURA

 

Questo lo ritengo fondamentale in un cammino di conoscenza di sé nella scrittura ed è un aspetto che tratto nei miei itinerari.

Considera sempre il fattore tempo nei momenti dedicati alla scrittura.

PERCHE’?

L’ora o il tempo scelti e MANTENUTI nell’abitudine facilitano l’accesso ad uno stato di silenzio e di ascolto di cui ha bisogno il movimento della scrittura.

Nella pratica quotidiana, costante potrebbe accadere di sentirsi come chiamato dalla penna, (e da quel movimento!); scatta qualcosa dentro di te che impari a riconoscere, a sentire.

Concediti quel tempo!