In una sua citazione, Goethe dice che “[…] ascoltare è un’arte”, penso che lo sia anche stupirsi.
In fondo non dovremmo andare a cercare dei momenti fatti apposta per cambiare, ma solo Stare Dove Ci Troviamo e iniziare una nuova avventura di sguardi.
Forse la cura dell’ascolto comincia nello sguardo che lo attraversa. Ed è un continuo divenire.
Arte dell'ascolto
La poetessa Chandra Livia Candiani a proposito dell’ascolto e del silenzio scrive,
![](https://www.mariarosariamemoli.it/wp-content/uploads/2021/04/ascolta_maria_memoli-1.png)
C’è bisogno di ritrovare nella nostra mano la “conchiglia del Silenzio”, una conchiglia che sia vuota, perché solo nello stato di vuoto possiamo ritrovare l’Essere Fecondi.
Ritorniamo allora a “guardare” che diventa atto per portare silenzio. Come aprire uno sguardo altro al Presente.
L’ascolto autobiografico
Cos’è l’ascolto autobiografico?
Prima di tutto un contesto formativo e protetto quale è il laboratorio autobiografico. Uno spazio-tempo nel quale sono sospese le consuete abitudini comunicative per predisporsi all’ascolto di sé e degli altri, nella modalità della sospensione di ogni forma di giudizio.
Nel laboratorio autobiografico ci si esercita all’ascolto attraverso la scrittura della propria autobiografia. Questo è il primo passo fondamentale per poter ascoltare gli altri.
La modalità di ascolto che caratterizza questo tipo di laboratorio è da ricercarsi nell’ascolto non giudicante, nella logica non interpretativa, necessari per favorire la comunicazione autentica e per ri-conoscere l’altro uguale ma diverso, portatore della sua unicità.